Grand Canyon e Las Vegas - 16 Agosto 2011

50 miglia separano le pinete di Williams dal caldo secco della più profonda spaccatura testimone della storia di milioni di anni del nostro pianeta.
Gli occhi cadono sulle stratificazioni colorate evocatrici di intere ere geologiche.
Pochi istanti sul culmine di un abisso nello spazio e nel tempo.
Lei alla ricerca di immagini scolpite nella roccia.
Io rapito dal librarsi degli uccelli nelle correnti ascensionali.
Uno Steller'Jay sul ramo di un pino volge lo sguardo lontano.
Tutti e tre in contemplazione.
Un sole infuocato su un nero profilo montuoso.
Catarifrangenti seguono la strada.
Il buio assoluto e poi un bagliore di luci artificiali all'orizzonte.
Un trionfo di suoni e colori in un "formicaio" umano.
Saliamo in pochi secondi oltre 330 metri.
Sotto e ovunque un brulicare di vita.
Le gambe ondeggiano al ritmo del vento.
Sembrano così lontani gli spazi silenziosi del Canyon, eppure sono trascorse soltanto 5 ore, 500 km e paesaggi sempre più aridi.
Una città nel deserto, Las Vegas.





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